Volterra, nell’antichità come nelle epoche più recenti, ha sempre rappresentato il fulcro di queste terre. È proprio qua che a partire dal X sec. a.C. iniziano le testimonianze certe di un popolamento diffuso. Oltre che nei dintorni della stessa Volterra, sono state rinvenute numerose aree sepolcrali villanoviane anche a Montecatini, Pomarance e Castagneto Carducci. Presenze che si fanno più intense negli anni successivi, soprattutto sulla costa.
La centralità di Volterra, pur vivendo molteplici trasformazioni, resta immutata nel tempo. Tanto da rendere necessario il controllo capillare da parte delle aristocrazie. Grandi cambiamenti avvengono fra la tarda età classica e l’età ellenistica, quando si assiste a una forte espansione politica ed economica.
Tra il III e il II secolo a.C. il territorio costiero vive una fase di grande prosperità grazie all’infittirsi dei rapporti politici e militari con Roma. E così lungo la costa e nell’immediato entroterra sorgono numerose ville (fra le quali quella di San Vincenzino a Cecina).
Di fatto Volterra – rinnovata negli arredi in età augustea e modificata nell’assetto con l’arrivo dei Longobardi – occupava un distretto ricco di risorse: non solo agro-silvo-pastorali, minerarie ed estrattive (rame, salgemma, alabastro), ma anche geotermiche; ed era caratterizzata da intense e vivaci attività manifatturiere e commerciali.
Nella seconda metà dell’Ottocento, con l’istituzione delle province, l’area ricade interamente nell’ambito di Pisa. Nel 1925 saranno ceduti alla provincia di Livorno i comuni di Bibbona, Castagneto Carducci e Cecina.